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LOBBY DI DIO - PARTE V

Il libro si chiama “La Lobby di Dio”, è la “prima inchiesta su Comunione e Liberazione e la Compagnia delle Opere” (Chiarelettere, pagg.464, 16,60 euro) ; lo ha scritto Ferruccio Pinotti, che in passato ci ha regalato altri preziosi volumi: “Poteri forti”, sul caso dell’omicidio del banchiere Roberto Calvi; “Opus Dei segreta”, che per la prima volta riporta testimonianze di ex numerari dell’Opus Dei; “Fratelli d’Italia”, un’inchiesta sulla massoneria; “L’unto del signore”, in collaborazione con Udo Gumpel, sulle origini della fortuna di Berlusconi e gli appoggi in Vaticano.
Comunione e Liberazione viene così presentata: “Più potente dell’Opus Dei, più efficiente della massoneria. Questo libro racconta per la prima volta dall’interno come funzionano Comunione e Liberazione e il suo braccio finanziario, la Compagnia delle Opere, una rete di più di 34mila imprese, un fatturato complessivo di almeno 70 miliardi di euro. Potere che sembra inarrestabile, spesso oscuro, e con il quale occorre fare i conti e avere consapevolezza.
Il libro di Pinotti si è avvalso della collaborazione di molte persone tra cui quello di due nostri compagni, Valerio Federico, consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni e componente del Comitato di Radicali Italiani, e di Luca Perego, autori della rubrica “Giù al Nord”, di “Radio Radicale”. Un contributo di “alto spessore”, lo definisce Pinotti, relativo all’analisi teorica del “sistema CL-CDO” della sussidiarietà formigoniana nonché al tema dei diritti civili negati dal sistema stesso e all’approfondimento di alcuni casi specifici.
E leggendo i saggi che seguono, si comprenderà bene il contributo che Federico e Perego hanno fornito all’importante inchiesta di Pinotti. Qui potete leggere il 5°stralcio.

 

“Il business del centro congressi”

“A Milano il piu grande centro congressi d’Europa”: così veniva presentato, il 14 dicembre 2008, il progetto relativo al Milano Convention Center disegnato da Mauro Bellini.

Oltre all’architetto erano presenti alla conferenza stampa Luigi Roth, ciellino, presidente della Fondazione Fiera Milano sino a fine dicembre 2009, il sindaco Letizia Moratti, il presidente della Regione Formigoni e altri amministratori, molti dei quali legati a CL. “Un progetto ambizioso e importante” ha detto Luigi Roth nel corso della conferenza: un affare da 55 milioni di euro.

Di lì a pochi mesi il consiglio generale della Fondazione Fiera Milano avrebbe scelto di quale società servirsi, tra quelle partecipanti al bando, per la realizzazione di uno dei più importanti progetti legati all’Expo 2015. Il 23 dicembre 2008 venivano resi noti gli undici raggruppamenti d’impresa “selezionati per la progettazione esecutiva, la direzione lavori e la realizzazione” del Milano Convention Center. Il 24 marzo 2009 la costruzione è assegnata al consorzio Gia.Fi (capogruppo) con Montagna Costruzioni. La ratifica definitiva da parte del consiglio generale della Fondazione Fiera Milano porta Maurizio Lupi a esultare: “Potremo ospitare oltre 200 appuntamenti all’anno e anche più eventi in contemporanea e avremo con largo anticipo una sede l’avanguardia che sarà a disposizione dell’Expo”.

Ciò che non torna, o quantomeno rende sospetta questa maxioperazione che vede al centro un progetto da milioni di euro è il palese conflitto d’interessi che contraddistingue i suoi protagonisti. La società pesarese Montagna Costruzioni è iscritta alla Compagnia delle Opere, di cui il presidente Marco Montagna è consigliere. Luigi Roth, presidente della Fondazione Fiera Milano, il soggetto giuridico che ha ratificato l’assegnazione del progetto su proposta di Sviluppo Sistema Fiera (il braccio della fondazione che si occupa di sviluppo territoriale) è un ciellino doc e un formigoniano di ferro. A fine dicembre 2009 Roth ha dovuto lasciare l’incarico, dopo nove anni di presidenza, per improrogabilità del mandato, consegnando lo scettro al berlusconiano Gianpiero Cantoni.

L’altro protagonista dell’operazione è Maurizio Lupi, uno dei leader di CL: Lupi è infatti l’amministratore delegato unico del Milano Convention Center. Il presidente, Giuseppe Zola, è un altro ciellino, ed e stato presidente della Compagnia delle Opere Nordest. Anche in questo caso CL e il suo braccio economico, la CdO, hanno giocato un ruolo fondamentale.

Insomma, per rendere più chiaro il quadro, nel caso già non lo fosse: l’appalto per la costruzione del nuovo centro congressi, guidato da un presidente (Giuseppe Zola) e un amministratore delegato (Maurizio Lupi) di CL, è stato assegnato dalla Fondazione Fiera Milano, allora presieduta da un altro ciellino (Luigi Roth), a un consorzio che comprende una società (Montagna Costruzioni) iscritta alla CdO, e il cui presidente (Marco Montagna) è consigliere della stessa.

Un’ultima nota, in questo conflitto d’interessi. C’era un altro raggruppamento in gara che era vicino alla CdO: si tratta dell’accoppiata costituita da Cooperativa edilstrade imolese (legata alla Legacoop) e Consta (altra società iscritta alla Compagnia delle Opere il cui indirizzo a Milano coincide, come in altri casi, con quello della sede della CdO). La delusione di quest’ultima deve essere durata poco, avendo Consta inaugurato il 29 settembre 2009, insieme al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, i 260 appartamenti realizzati nel Comune dell’Aquila.

“L’Officina dei Giovani”
Con il decreto n. 8485 il presidente Roberto Formigoni ha approvato l’accordo di programma tra Regione Lombardia e Comune di Milano finalizzato alla realizzazione del progetto “L’Officina dei Giovani” a Milano. Il piano di questa struttura rientra in un programma più allargato, il Pogas n. 16, “Un progetto dei giovani per i giovani” voluto dal Pirellone.

Il Pogas n. 16, finanziato dalla Regione con 2 milioni di euro, comprende tre “basi operative”: L’Officina dei Giovani, che sarà il campo centrale situato in via Pompeo Leoni, attorno alla quale sorgeranno le altre due basi, il Villaggio Barona e il Tim Village. Ma è su L’Officina dei Giovani che vale la pena puntare la nostra attenzione. Scavando a fondo nel progetto si scopre che l’idea non e altro che un altro atto di favoritismo di Formigoni, l’ennesimo dono fatto dal presidente di Regione Lombardia ai ciellini. Entrando nel sito ufficiale de L’Officina dei Giovani si viene accolti da un benvenuto dell’Associazione Amico Charly ONLUS che recita ≪L’amico Charly intende offrire ai giovani uno spazio – fisico e virtuale – dove essi possano elaborare, progettare, realizzare in piena autonomia e responsabilità iniziative a misura loro e dei loro bisogni≫. Nessuna menzione, né in home page né altrove nel sito, alla Compagnia delle Opere o ad altre associazioni affiliate a Comunione e Liberazione. Ma se casualmente capita di leggere l’invito all’inaugurazione de L’Officina, ovvero del Centro per la formazione, la scuola, il lavoro e l’educazione dei giovani, tenutasi il 24 febbraio 2010, allora tutto diventa chiaro. Il volantino non accenna in alcun modo all’Associazione Amico Charly, i soggetti indicati come promotori del progetto nel depliant sono la Compagnia delle Opere Milano e la Cooperativa Cfp Galdus di Milano. Ovviamente, immancabile, il ringraziamento al Comune di Milano e a Regione Lombardia.

Regione Lombardia ha contribuito alla realizzazione della struttura con 8 milioni di euro, “donati” dai contribuenti lombardi, per la costruzione dell’edificio che vanno ad aggiungersi ad altri 2 milioni di euro elargiti per l’organizzazione dei “corsi di formazione≫. Dato l’intervento pubblico sarebbe bello capire cosa si intende per corsi di formazione e cosa si intende per formazione, a parte la collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Ma entriamo più nel dettaglio. Per avere informazioni è necessario rivolgersi alla Compagnia delle Opere di Milano e non alla già citata Associazione Amico Charly. L’inaugurazione della struttura è stata introdotta e coordinata da Massimo Ferlini, presidente della Compagnia delle Opere di Milano e vicepresidente nazionale, oggi uomo ponte tra CdO e Coop Rosse, indicato nel volantino come presidente dell’Associazione L’Officina. Tra gli altri intervenuti spiccavano, oltre al sindaco di Milano Letizia Moratti e a Roberto Formigoni, Antonio Intiglietta e Diego Montrone.

Intiglietta, passato da Lotta Continua a Comunione e Liberazione, oggi tra i leader della CdO milanese nonchè tra i fondatori della stessa, e presidente e amministratore delegato della Ge.Fi., società organizzatrice in Fiera Milano de “L’Artigiano in Fiera”, importante mostra mercato internazionale dell’artigiano, e di Expo Italia Real Estate, altro evento internazionale dedicato al real estate di tutta l’area del Mediterraneo, mentre Diego Montrone è presidente del Centro di formazione professionale Galdus.

Tra i sostenitori dell’iniziativa viene indicata anche l’associazione Ente morale “La Strada”, gruppo legato a Comunione e Liberazione che comprende altri dieci enti non-profit, i cui motti sono “Persone e opere per l’accoglienza” e “Sussidiarietà all’Opera”, slogan che richiamano palesemente l’universo ciellino.

Ma non è finita qui. Come ormai tipico nel metodo lombardo, il tutto avviene in famiglia, infatti il presidente dell’associazione La Strada è Valter Izzo, che è anche presidente dell’Asilo Mariuccia nonchè membro del consiglio direttivo

della Compagnia delle Opere nazionale e vicepresidente della Cooperativa CFP Galdus. Ma Galdus e L’Officina non sono le sole attività ad accomunare i ciellini Diego Montrone, Valter Izzo, Roberto Formigoni e Antonio Intiglietta. Montrone è, infatti, anche presidente dell’Accademia dell’Opera (un’orchestra di musicisti sorta nel 2005 convenzionata alla Compagnia delle Opere di Milano), di cui è pure direttore musicale e direttore artistico. Intiglietta ne è presidente onorario e la Ge.Fi. era sponsor ufficiale dell’Accademia fino a pochi mesi fa. Izzo è stato presidente dell’orchestra sinfonica ciellina e organizzatore dell’esibizione tra le guglie del Duomo.

Formigoni, come sempre, assicura i finanziamenti pubblici regionali, essendo stata l’Accademia patrocinata da Regione Lombardia. Un’ultima curiosità sull’Accademia delle Opere: nello Statuto l’associazione si dichiara all’articolo 1 “apartitica, apolitica, aconfessionale e senza scopo di lucro”, per poi affermare all’articolo 2 di volere “diffondere una cultura che, attraverso la musica, possa permettere a chiunque di intraprendere un percorso di elevazione anche spirituale in linea con il riferimento ispiratore del pensiero di Luigi Giussani”.

Per tornare, invece, a L’Officina dei Giovani, va segnalato che altri 10 milioni di euro sono stati concessi dalla Regione per decreto presidenziale (e non per delibera), ennesimo esempio del modello amministrativo formigoniano costruito in quindici anni di governo.


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